In mostra alla Fondation Cartier di Parigi dentotrenta fotografie, cinquecento schizzi e disegni, una trentina di pitture del controverso cineasta. Un viaggio nei suoi deliri e nelle sue ossesioni in un'atmosfera inquietante come i suoi film.
La faccia nascosta della medaglia David Lynch è in mostra per la prima volta al mondo alla Fondation Cartier di Parigi. Dei pannelli, grandi, coperti di teli colorati accolgono le opere plastiche del cineasta. In una piccola sala sono mostrati i suoi primi cortometraggi, in un'altra le sue fotografie. Regista, fotografo, pittore, disegnatore, attore, designer sonoro, David Lynch è un artista completo. Fino ad ora solo qualche tela era stata mostrata a Tokyo nel 1990. Poi più niente. Fino al 27 maggio gli amatori del regista di "Mulholland Drive", già accorsi a migliaia, possono perdersi nel labirinto dei suoi deliri. E delle sue opere, delle sue ossessioni sarebbe meglio dire, recuperate dal direttore della Fondation Hervé Chandès nella sua casa di Los Angeles e installate dall'artista stesso nel palazzo di vetro di Jean Nouvel. Centotrenta fotografie, cinquecento schizzi e disegni, una trentina di pitture, alcune di grande formato, in sottofondo una musica assordante. Il titolo dell'esposizione è ansiogeno come un suo film: "The Air Is on Fire", l'aria è in fuoco. A sessant'anni quest'uomo dalle opere inquetanti fa i conti con i suoi sogni e le sue nevrosi e decide di soccombere, e di farci soccombere con lui, agli uni e alle altre. L'amore dell'arte è qualcosa che gli viene diretto dalla sua infanzia, le sue ricerche plastiche nutrono i suoi film e i suoi film si nutrono della sua arte. Il primo marzo, sera dell'inaugurazione, davanti alla Fondation, centinaia di persone aspettavano, in fila, nemmeno tanto arrabbiate. Per farle sloggiare è dovuta intervenire la polizia. Dentro pochi intimi, pochi privilegiati. Visti da fuori sembravano personaggi di un suo film, sempre al limite di perdere il filo del percorso. In una piccola sala, trasformata in teatro, Lynch suonava su una tastiera, concentrato. Attorno a lui delle tende come nei teatri di una volta, come ormai non si fa più. Tre cortometraggi, i suoi primi, passano uno dopo l'altro: Six Men Getting Sick, The Grandmother, The Alphabet. Sono il trait d'union, il trattino fra la pittura che ha studiato nel '65 alle Belle arti della Pennsylvania Academy of Fine Art di Filadelfia e il cinema. Stava disegnando un giardino, di notte. Ha sentito il vento, ha visto dei fili d'erba muoversi, si è accorto che non poteva rendere quel movimento sulla sua tela. Sei mesi dopo ha realizzato il suo primo cortometraggio. Poi è diventato David Lynch. Questa esposizione la considera un'esperienza "umiliante" e "eccitante" al tempo stesso. Nonostante gli anni, nonostante il successo, nonostante l'amore che la Francia gli porta e non manca di confermargli ad ogni uscita di suoi film sugli schermi, Lynch teme ancora che gli spettatori "non apprezzino". Al tempo stesso è contento, come un giovane artista, di vedere le sue opere esposte, quelle che consultava ogni tanto per nutrire i suoi fantasmi e quelle che anche lui aveva un po' dimenticato. Ora sono qui, in questo luogo prestigioso, e lui dice: "Queste opere mi danno oggi nuove idee". Si è autorizzati ad aspettarsi il peggio. O il meglio. È solo questione di punti di vista.
Le sue pitture, le fotografie, i disegni, evocano esperienze infantili, i suoi fantasmi adolescenziali, le sue preoccupazioni adulte. La casa, ritorna come un tema ricorrente ma non come il luogo della separazione dal mondo e della pace, piuttosto come un luogo oscuro, pieno di messaggi misteriosi e preoccupanti. Le sue fotografie fanno pensare ai suoi film o ai suoi sogni. Possono essere sensuali o evocare paura. Le sue donne, seducenti, hanno labbra e unghie rosso fuoco. Una serie di fotomontaggi numerici di foto porno degli anni 1840-1940 sono raccolte sotto il titolo Distorder Nudes. Le donne perdono spesso della loro sessualità per trasformarsi in creature quasi-umane, dalle forme e dalle espressioni irreali. Queste immagini, forse più che le tele, offrono un punto di partenza per l'analisi dei percorsi della sua creazione e per la ricerca della fonte della sua ispirazione.
Le sue pitture, le fotografie, i disegni, evocano esperienze infantili, i suoi fantasmi adolescenziali, le sue preoccupazioni adulte. La casa, ritorna come un tema ricorrente ma non come il luogo della separazione dal mondo e della pace, piuttosto come un luogo oscuro, pieno di messaggi misteriosi e preoccupanti. Le sue fotografie fanno pensare ai suoi film o ai suoi sogni. Possono essere sensuali o evocare paura. Le sue donne, seducenti, hanno labbra e unghie rosso fuoco. Una serie di fotomontaggi numerici di foto porno degli anni 1840-1940 sono raccolte sotto il titolo Distorder Nudes. Le donne perdono spesso della loro sessualità per trasformarsi in creature quasi-umane, dalle forme e dalle espressioni irreali. Queste immagini, forse più che le tele, offrono un punto di partenza per l'analisi dei percorsi della sua creazione e per la ricerca della fonte della sua ispirazione.
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