sabato 20 gennaio 2007

La società italiana al 2006

Publico il Rapporto Annuale 2006 del Censis sulla nostra società:

Segni di ripresa ci sono:

- Vi sono segnali di ritorno alla vitalità economica. L’atteggiamento attivo, definito lo scorso anno come “schegge di vitalità”, determina oggi maggiore fiducia nelle prospettive aziendali, che vengono ritenute positive per il 92,6% delle aziende con oltre 20 addetti, intervistate in ottobre. A fronte della crescita del pil pari all’1,7%, con cui si chiuderà verosimilmente il 2006, uno dei risultati che maggiormente colpisce riguarda la crescita dell’occupazione e l’ulteriore discesa del tasso di disoccupazione: l’aumento degli occupati è stato dell’1,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel sistema delle imprese, tra gennaio e luglio di quest’anno l’indice del fatturato è aumentato dell’8,7% e gli ordinativi sono aumentati del 10,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; tra i comparti che spiccano per l’incremento del valore delle vendite compaiono quello delle industrie calzaturiere (+10,7%), della produzione di metallo e di prodotti in metallo (+11,5%), dell’elettromeccanica (+12,5%) e dei mezzi di trasporto (+19,5%).
- Le nuove strategie aziendali appaiono vincenti. Oltre il 60% del valore delle esportazioni del 2005 si è concentrato in settori in cui l’Italia costituisce un partner estremamente competitivo a livello internazionale: molte aree della meccanica che pesa per il 20% circa sull’export italiano; i tessuti che arrivano all’11,8%; la produzione di tubi, dove l’Italia è leader mondiale con una quota di mercato dell’11,3%. E’ cresciuta la capacità di movimento degli imprenditori nello scenario internazionale: il 13,3% delle imprese manifatturiere italiane; il numero degli investitori italiani all’estero è cresciuto del 21,3%; nell’ultimo anno la presenza delle imprese italiane in Cina è cresciuta del 12,4% .
- Si consolida un ruolo da big player per la grande impresa. Possiamo contare su un patrimonio di circa 2.000 grandi imprese che in prospettiva possono assicurarci una presenza più forte nei mercati emergenti e innescare un effetto di trascinamento della media impresa rafforzando le strategie innovative e il successo che queste stanno avendo. Le imprese che, in maniera più o meno consapevole, svolgono un ruolo di big player sono: Enel, Eni, Finmeccanica, Fiat, Unicredit, San Paolo – Intesa, Generali, Telecom Italia.
- Si consolida l’economia delle vacanze.

Ma persistono zavorre sistemiche:

- Gli effetti sottovalutati di una spesa pubblica indomabile.
- I tempi lunghi e gli alti costi delle reti infrastrutturali.
- L’involuzione retorica di scuola e università. Si conferma per l’Italia una tensione all’investimento sociale in istruzione più debole rispetto agli altri paesi; la spesa pubblica in istruzione sia in rapporto al pil (4,9%), sia in rapporto al totale della spesa pubblica (9,9%) sono inferiori alla media dei paesi Ocse, dove raggiungono rispettivamente le quote del 5,5% e del 13,3%.
- Un welfare di tipo clientelare. Difformità di trattamenti, indebite strategie di selezione della domanda lavorano, in maniera sotterranea, all’interno del sistema di welfare.
- La criminalità emergente fra metropoli e piccole province. Il 30,8% dei reati avviene nelle aree metropolitane di Milano, Roma, Torino e Napoli; ma l’incremento della paura e quindi delle denunce avviene in una graduatoria imprevista in cui ai primi posti si trovano Ferrara, Perugia, Pisa, Rovigo, Salerno, Cuneo, Viterbo, tutte province solo marginalmente interessate dalle cronache criminali.

domenica 14 gennaio 2007

L' ENERGIA dei BARESI !

Avete mai visto lo spot dell' ENEL con Giancarlo Giannini ??
Qui vi propongo una nuova versione "barese"...